Il servizio Cambiamo la scuola di Presadiretta andato in onda il 28 febbraio 2020 ha fatto finalmente luce sulla situazione in cui si trova il sistema educativo pubblico italiano ed in particolare la scuola superiore.
Nel servizio viene illustrato come i processi e i metodi di insegnamento-apprendimento più adatti a questo mondo sono portati avanti da quella che è sempre stata la social innovation dei professori.

Ancora una volta l’adattabilità del modello educativo a un mondo radicalmente cambiato passa dalla singola volontà di presidi e docenti invece che da un coraggioso piano nazionale che metta al centro dei suoi investimenti la scuola (pubblica), l’università e la ricerca.
È accaduto così che il privato, come già avviene in altri ambiti, ha fatto suo un modello evoluto e vincente (soft skills), perseverando, con il suo pubblicamente accettato disinteresse, nella regressiva direzione di un mondo sempre più elitario, per pochi fortunati se di denaro si tratta.
Da studenti, e da cittadini, non si può puntare il dito solo sui professori.
È vero, le scuole sono piene di docenti poco capaci o poco portati per l’insegnamento che il sistema pubblico fa fatica a valorizzare.
Ma è anche vero che ci sono numerosissimi docenti in gamba ormai, o fin dall’inizio, demotivati. Demotivati da un sistema che non ha quasi mai premiato il merito, con gli stipendi più bassi d’Europa, precari a vita, spesso fuori sede e senza un aiuto in classe.
I docenti italiani hanno perso l’entusiasmo. Lo afferma il rapporto Ocse Pisa 2018 sulla base dell’opinione degli studenti.
Eppure avere un insegnante che ama il suo lavoro, vale oro.
Vale oro per i tanti ragazzi che, nonostante gli sforzi e le abilità, una passione spiccata non l’hanno mai avuta. E vale oro anche per chi, nonostante una fame di conoscenza multi-disciplinare, non trova modelli vincenti da cui trarre ispirazione per realizzarsi.
Ci sono passioni molto più eccitanti di quelle fisiche. Passione intellettuale, passione matematica, passione per la scoperta e l’esplorazione: la più potente di tutte le passioni.
George Bernard Shaw – scrittore irlandese
Avere in cattedra docenti che riescono a trasmettere alla classe l’amore per la lettura, la matematica o la scienza in un’epoca da montagne russe può e deve ancora essere considerata una fortuna rara?
Può una vita essere spenta da un posto di reddito anziché accesa dal fuoco delle più importanti e affascinanti scoperte scientifiche e tecnologiche dell’umanità?